Traduzione di Matilde Manara
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Da Chiaro come il sole (2014)
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Strano
«La poesia si intitola Strano ed è strana. Ci stavo lavorando nell’estate del 2013, quando un giorno mi ci sono seduta davanti come non mi ero mai seduta davanti a niente prima, come un serpente eretto, strano e sconosciuto. È poi diventata l’orgoglio di quell’estate»
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Stavo correggendo bozze di notte, quando ho trovato:
Un vivace su e giù.
Una risata ha illuminato come luce
l’articolo
luce come pioggia, viva come
quella che fa ballare le piastrelle del balcone,
la stessa che dalla grondaia intasata
gocciola e fa crescere le betulle.
Poi a colazione,
stavo leggendo un testo insulso di E.,
quando mi sono accorta con sorpresa
che la risata era ancora lì nei miei occhi,
così ho preso e ho detto a B.
al telefono: sai, in realtà
siamo pronti per ridere.
E non ci ho pensato più.
Ma la sera, molto più tardi,
sono andata in posta con la posta,
Ho visto molta gente, ridevano.
Molta gente, ridevano
tra loro.
Nella luce della sera.
18.11.06
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Insonne. A casa. Passi sopra di me.
Insonne non vuol dire altro che insonne.
Un pezzo indipendente e indifferente
dell’essere. Continuamente indipendente.
Estraneo. Purtroppo non smette.
Non smette di essere indipendente e autonomo.
Non esiste. È. Un pezzo è.
Estraneo come la porta accanto. Sbadiglia.
13.07.07
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Da Sonnenklar (2014)
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Seltsam
»Der Text heißt Seltsam und ist auch seltsam. Während ich ihn im Sommer 2013 bearbeitete, saß ich davor wie noch vor keinem, wie eine aufgerichtete Schlange, so seltsam fremd. Er war dann der Stolz dieses Sommers«
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Ich las Korrekturen nachts, fand:
Ein munteres Auf und Ab.
Als begleite ein Lachen wie Licht
den Report
und Licht wie Regen, so rege
wie jener, der auf dem Balkon die Fliesen betanzt,
aus der Dachrinne auch, der verstopften,
tropft, die sich Birken pflanzt.
Beim Frühstück dann merkte ich überrascht,
denn ich las einen öden Text von E.,
dass das Lachen mir in den Augen
mit einem Mal noch stand,
so ging ich und sagte es B.
am Telefon: weißt du, in Wirklichkeit
sind wir zu lachen bereit.
Und dacht nicht mehr daran.
Aber am Abend, viel später,
ich fuhr mit der Post zur Post,
sah ich sehr viele Leute, lachende.
Sehr viele Leute, Lachende
miteinander.
Im Abendsonnenschein
18.11.06
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Schlaflos. Zu Hause. Schritte über mir.
Schlaflos ist nichts anderes als schlaflos.
Ein selbständiges indifferentes Stück
Sein. Ständig wie selbständig.
Fremd. Hört leider nicht auf.
Unbeendbar selbständig und an sich.
Es steht nicht. Es ist. Ein Stück ist.
Fremd wie nebenan. Gähnt.
13.07.07
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Dividi, separa
Certe ondate-di-gioia a volte,
attraverso il mio corpo-nuvola, il mio corpo nebbia-fitta-di-novembre.
Accade quando sono stanca e non dormo abbastanza:
una certa vergogna riappare oppure rimane per sempre.
***
Parlare della morte, sentirne parlare, ci è sempre sembrato inopportuno.
Come vita a credito
– ah ?
Parlare della morte non separa – non unisce –
No, per questo gli si presta un senso
& lui, non appena lo
si sfiora – sparisce.
La vita presta un senso alla morte? – No.
E neppure glielo regala.
Eppure – le parole ritornano da lì,
dal luogo che non possono oltrepassare…
Le parole tornano tutte – sembrano
tornare, diverse,
Incredibile!
Incredibilmente vero. Velate,
un velo di incredibile autonomia.
***
Se volessi parlare della vita come della morte
Parlerei della vita come di qualcosa a credito.
In questo modo la morte sparirebbe, ecco.
La morte non presta nulla alla vita.
Le due si escludono a vicenda.
Se così non fosse e se potessero esistere l’una accanto all’altra:
Vita a credito e viceversa. Hop! Ah – viceversa:
ma è un luogo comune –
Morte a credito. Vita al risparmio.
Dividi, separa!
1.12.08
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Teile, trenne ab
So Freude-Welle manchmal,
durch meine Körper-Wölke, die November-nebel-dichte.
Wenn ich müde bin, nicht ausrechend Schlaf:
so Schmähliches doch scheint wieder noch auf sonst stets.
***
Das Reden vom Tod, das gehörte, war immer unangemessen.
Wie Leben auf Kredit
– ach?
Das Reden vom Tod ermißt nicht – verbindet nicht –
Nein, so sie sich Bedeutung leihen
& die, kaum haben sie sie
angetippt – verfällt.
Das Leben leiht dem Tod Bedeutung? – Nein.
Schenkt ihm auch keine.
Jedoch – wie die Worte zurückkehren von da,
wo sie nicht hinüberkönnen hinaus…
Wie die Worte alle zurückkommen – sie scheinen
zurückzukommen, verändert,
Unglaublich!
Unglaublich gültig. Umflort,
ein Schein von unglaublicher Selbständigkeit.
***
Wollte ich vom Leben so sprechen wie vom Tod
spräche ich vom Leben wie von etwas auf Kredit.
Dann verfällt der Tod, meine ich.
Er leiht dem Leben nichts.
Sie Schließen einander aus.
Wäre es nicht so und hätten sie Geltung nebeneinander:
Leben auf Kredit und umgekehrt. Hop! Ach – umgekehrt:
das allerdings ist gang und gäbe –
Tod auf Kredit. Erspart Leben.
Teile, trenne ab!
1.12.08
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«Casa!»
Morbido, caldo, ti mettono a letto,
Capretto appena uscito.
Nudo come un dio –
«Pelle e ossa», come l’A & l’Ω.
Fianco che respira.
Stalla rozza, tu non sei
nato nell’inverno.
La luce del giorno, da non si sa dove,
conosce il freddo. Freddo di luce,
muro grezzo.
Tua madre il tuo trogolo.
Latte dal grembo, finché non mastichi.
15.6.12
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»Heim!«
Weich, warm, betten dich,
eben geworfenes Zicklein.
Ehrwürdig nacktes –
«Haut und Knochen», so wie das A & Ω.
Atmende Flanke.
Rauher Stall, du wirst nicht
in den Winter geboren.
Das Tageslicht, woher,
weiß Kälte. Lichtkälte,
rauhe Mauer.
Dein Trog die Mutter.
Milch aus dem Leib, bis du kaust
15.6.12
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Per scaricare le traduzioni: Elke Erb, Poesie
Immagine: Valentina Panarella