Formavera riparte con un nuovo ciclo a dieci anni dalla creazione della rivista. Da quando il progetto ha preso vita, nel 2013 a Siena, la redazione si è arricchita di nuove voci che hanno cercato di mantenere come obiettivo lo spirito iniziale del progetto: servirsi della rete come strumento di espressione condivisa, ragionata e il più possibile coerente. Si aggiungono al gruppo Edoardo Casadei, Carlo Rettore ed Elisa Rossi. Viviamo in diverse città italiane e d’Europa con lavori e settori di interesse eterogenei tra loro. Se immutate restano la volontà e il desiderio di indagare la poesia e i suoi luoghi, non meno urgente ci sembra oggi la necessità di riconoscerci come componente attiva in un processo di cambiamento continuo quale è quello che viviamo e che leggiamo. Restare e resistere come gruppo composito, ma al contempo come riconoscibile «coscienza centripeta» che, consapevole di contraddizioni intrinseche, si assume la responsabilità di accogliere le forme di mutamento e di «stabilire nuove costellazioni di senso».[1]
La crescente dispersione spaziale e l’ampio arco temporale in cui Formavera si è costituita ci appaiono ora più che mai il reticolo di una gestazione volitiva: per onestà abbiamo deciso di rispondere alla sfida di spazio e tempo con la struttura. Struttura nel senso di distribuzione: distribuiremo un contenuto i cui elementi dovranno intrattenere un rapporto di interdipendenza funzionale, e grazie a questo andranno a formare un complesso organico. Alle sezioni che hanno fino ad ora strutturato il blog (inediti, saggi, interviste, traduzioni) si aggiungono sottosezioni e rubriche periodiche: lavoreremo a un consolidamento della “lunga durata” nella convinzione che questo modo di fare ordine – un ordine con una direzione portante – ci aiuti a posizionarci.
A cadenza regolare riproporremo un secondo campione di interviste della rubrica Non è lavoro sul nulla: Questioni pratiche sull’ispirazione. Crediamo che un bacino più ampio di autrici e autori cui sottoporre la riflessione sia utile a una visione più complessa del fenomeno in quanto ci permetterà di repertoriare altri modi di obbedire al caso generato dall’ispirazione; in secondo luogo riteniamo fondamentale come rivista l’identità di spazio aperto all’esterno e, in quanto tale, sempre in pieno esercizio di osservazione del presente attraverso lo strumento dell’intervista.
Il proposito è, inoltre, quello di perseverare nel convertire una poetica e una direzione in «materiale da consegnare e di cui usufruire»[2] tramite un esercizio di commento da parte di alcuni collaboratori e componenti della redazione: una rubrica di analisi testuali che rafforzi la dimensione laboratoriale corale e inclusiva auspicata, e che possa, per il tramite delle nostre voci, rendere visibile un processo di discussione che sempre tentiamo di mantenere vivo durante i momenti di lettura e di scelta delle proposte editoriali.
L’impegno complessivo, quindi, è quello di assottigliare l’apparente distanza che sembrerebbe interporsi tra noi e la parola scritta, tra la rivista e la sua costruzione: una pratica del dire, del fare e del ragionare che diventa momento pubblicamente condiviso di scelta, di critica e di interpretazione.
La redazione
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Per scaricare l’editoriale: Un impegno complessivo
Immagine: Francesca Baldi
[1] «Lirica e ricostruzione», editoriale di Alessandro Perrone e Marco Villa dell’8 gennaio 2014 (https://formavera.com/2014/01/08/editoriale-lirica-e-ricostruzione/).
[2] «Un pensiero da dare o usare, materialmente», editoriale del 22 novembre 2021.

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