Nel 2022 è uscita, per la casa editrice Edições do Saguão (Lisbona), una riedizione del volumetto pubblicato nel 1894, con 77 traduzioni della poesia Zara del grande poeta e pensatore portoghese Antero de Quental. Pubblichiamo qui un estratto della versione italiana della postfazione, seguita dal testo originale della poesia e da una scelta di dieci traduzioni.
“La poesia in due quartine No tumulo d’uma creança–Zara venne composta da Antero de Quental alcune settimane dopo la morte della sorella del suo amico Joaquim de Araújo (16 novembre 1879), e a questi inviata in una lettera del 16 gennaio 1880, per la tomba della defunta nel Cemitério do Prado do Repouso di Porto. Nello stesso anno le due quartine furono pubblicate in opuscolo, in tiratura limitata, dalla Imprensa Portuguesa. La prima edizione poliglotta uscì nel 1894, in una tiratura di 180 copie (Zara – Edição Polyglotta, Lisbona, Imprensa Nacional), con una scheda tecnica dettagliata, l’elenco delle lingue e dei traduttori e la prefazione dello stesso Araújo. Nel 1895 fu pubblicata, a Genova, in una tiratura di 15 copie, una raccolta di versioni a cura di Emilio Teza (Zara – Versi scritti da Anthero de Quental – Tradotti da parecchi – Noterelle di E. Teza, Genova, Tipografia R. Istituto Sordo-Muti, 1895). Di questa plaquette fu pubblicata una seconda edizione, del tutto identica alla prima, ma con un sottotitolo diverso (Zara – Versi sopra un sepolcro – Scritti da Anthero de Quental – Tradotti da parecchi – Seconda edizione – Noterelle di E. Teza, Genova, Tipografia R. Istituto Sordo-Muti, 1896). Cinque nuove traduzioni (montenegrino, russo, armeno antico e moderno, ebraico) furono incluse nella «Bibliographia Antheriana» pubblicata da Joaquim de Araújo all’interno del volume In Memoriam – Anthero de Quental (Porto, Lugan, 1896) e infine, nel 1925, uscì la seconda edizione della Imprensa Nacional (Zara – 2ª Edição Polyglota) in 500 copie, identica alla prima.
La pubblicazione risulta essere una preziosa raccolta, che include, oltre alla versione originale in portoghese, 77 traduzioni della poesia in 47 lingue e dialetti diversi (in alcuni casi in più versioni), realizzate da 71 traduttori (come i noti “lusofili” Tommaso Cannizzaro, Wilhelm Storck, Edgar Prestage, o poeti, come Curros Enriquez), alcuni dei quali autori di più versioni in lingue e parlate diverse, riunite in un ordine preciso a partire dal latino, seguito dalle lingue romanze e da quelle del ramo slavo, poi dal greco, dall’albanese, dalle lingue germaniche e celtiche, quindi dall’ebraico, dalla lingua romaní, dall’arabo, dagli idiomi uralici e infine dal basco. Della mancanza di una versione in dalmatico, considerato che Zara (Zadar) è una città della Dalmazia, Araújo continuerà a lamentarsi, nella corrispondenza con Emilio Teza, fino al dicembre del 1895, quando ottenne una traduzione “zaratina” che, per quanto ci è noto, non fu inclusa in nessuno dei volumi monografici, né in rivista, né nell’In Memoriam-Anthero de Quental. Ed è proprio a Emilio Teza, grande erudito ed insigne lusofilo, che si devono un’approfondita analisi linguistica e una lettura traduttologica della poesia, che restituiscono, attraverso la lettura sinottica dei testi, il significato profondo ed essenziale di Zara e le intenzioni del suo autore, riuscendo, nel prisma della traduzione (e delle traduzioni), a mettere a fuoco la metafora centrale della vita e della morte nella «mente agnostica» di Antero de Quental.”
Dalla Postfazione di Andrea Ragusa (trad. di Walter d’Amore)
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ZARA
A Joaquim de Araújo
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Feliz de quem passou, por entre a mágoa
E as paixões da existência tumultuosa,
Inconsciente como passa a rosa,
E leve como a sombra sobre a água.
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Era-te a vida um sonho: indefinido
E ténue, mas suave e transparente.
Acordaste… sorriste… e vagamente
Continuaste o sonho interrompido.
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ITALIANO
ZARA
Felice è quei che volse inconsciente
Fra i tumulti di sua vita penosa,
Come passa sui petali la rosa
E come un’ombra sull’acqua fuggente.
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Era il tuo giorno pari ad un beato
Sogno lieve, ma dolce e trasparente;
Ricordasti… ridesti… e vagamente
Continüasti il bel sogno troncato.
(Clelia Bertini-Attilj)
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SICILIANO
ZARA
Biatu cu passó nta la prufunna
timpesta di sta vita pinïata
comu passa na rosa spinzirata,
adashiu comu l’umbra supra l’unna.
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La to vita fu un sonnu… ma indecisu,
leggiu, ma duci duci e trasparenti…
ti svigghiasti… ridisti a li tò genti…
e sichitasti lu sonnu suspisu.
(Tommaso Cannizzaro)
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GENOVESE
ZARA
Felise chi fra i crûssi e fra é pascioín immonde
De questa nostra triste esistenza in tumulto
U l’é passôu inconsciente, o comme passa a reûza,
E leggiero coscí, comme l’ombra in scié onde.
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A tó vitta a fú ûn sêun-no, e ûn sêun-no indefinío,
Ma tranquillo, suave, e quèxi trasparente.
Ti t’é adesciá,… ti è riso… e in èstaxi de neûvo
Ti è continuôu ó seûn-no, appen-na interrompío.
(Prospero Peragallo)
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FRANCESE
ZARA
Heureux celui qui passe au milieu des sanglots,
Des luttes, de la vie agitée et morose,
Inconscient, — ainsi qu’on voit passer la rose,
Légèrement,— ainsi qu’une ombre sur les flots!
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Ton existence frêle et vague fut un songe
Transparent et suave. — Eveillée un moment
Tu souris.— Mais bientot tu repris doucement
Le rêve interrompu, que le trépas prolonge.
(Maxime Formont)
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CASTIGLIANO
ZARA
¡Cuan venturoso aquel que por la angustia
y las tormentas de la vida humana,
inconsciente pasó como la rosa
y leve cual la sombra por el aqua!
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Era tu vida un sueño indefinido,
ténue, mas suave que la luz del alba.
¡Ay! te acordaste… sonreiste…, y luego
tu dulce sueño continuó! ¡Descansa!
(G. Nuñez de Arce)
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GALLEGO
ZARA
Ditoso quen pasou por entr’a magoa
I-as pasions d’a existenza tormentosa,
Deporcatado, como pasa a rosa
E leve como a sombra sobr’a agoa.
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Era tua vida un sono indefinido
E tenue, pero doce e transparente,
Acordache… sorriche… e vagamente
O sono continuache interrumpido.
(M. Curros y Enriquez)
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GRECO
ZAPA
Εὐδαίμων ὅστις διαβῇ ἀνάμεσον τῆς λύπης,
ἀνάμεσον τῶν συμφορῶν τοῦ ταραχώδους βίου,
χωρὶς συναίσθησιν — καθὼς διέρχονται τὰ ῥόδα,
ἢ ἐλαφρῶς, καθὼς σκιὰ ἐπὶ νερῶν ἡσύχων.
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Ὁ βίος ἦτο διὰ σὲ ὡς ὄνειρον. Τὸ εἶδες,
λεπτοϋφές, ἀόριστον, γλυκύ, πλὴν νεφελῶδες ·
ἠγέρθης ἐκ τοῦ ὕπνου σου μὲ χείλη μειδιῶντα, —
καὶ πάλιν ἐπανέλαβες τὸ νῆμα τοῦ ὀνείρου.
(Demétrius Bikẽlas)
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INGLESE
ZARA
How happy those who’ve passed amid the pain
And passions of a world immersed in strife
Unconscious, as the rose doth pass its life,
And light as fleehing shadows o’er the main!
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Thy life it was a dream; indefinite,
Sans substance too, and yet, transparent, sweet.
Thou didst awaken once and smiling greet,
And then pursue thy dream the break despite.
(Edgar Prestage)
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SVEDESE
ZARA
Säll den, som fram bland lidelser och strider,
bland flärd och nöd sin väg tillryggalagt
ovetande som rosen i dess prakt
och lätt som skuggan, der långs sjön den glider.
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Lifvet en dröm dig var, och nu dess minne
syns dig en vacker saga, slutad nyss…
Du vaknade, du log… ty dödens kyss
ej afbröt drömmen i ditt barnasinne.
(Göran Björkman)
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TEDESCO
ZARA
Glückselig wer vorüberging am Weh
Des Lebens und der Leidenschaft Getose
Unwissend, wie vorübergeht die Rose,
Und flüchtig, wie der Schatten ob der See.
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Dein Leben war ein Traum—begriffen kaum
Und leicht, dess Licht und Lieblichkeit du trankest;
Du wachtest auf und lächeltest und sankest
Zurück in deinen unterbroch’nen Traum.
(Wilhelm Storck)
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Immagine di copertina: Chiara Fucà, “Deeper and deeper”.
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