Riccardo Innocenti – INEDITI

Da Parabola dei due scribi di cui uno diventa discepolo nel Regno dei Cieli e uno no.



*

L’omino che guarda è sempre
a sua volta osservato. A volte
l’uomo che osserva
disapprova il pensiero dal primo pensato.
L’omino ha scritto
ciò che ha capito
di ciò che ha guardato
Vede il male scrive il male
ma non “MALE” accanto al male


stilato il rapporto sul guardato
lo scritto il pensato
l’uomo lascia lo scrittoio
risale la scala dorata ben oltre
l’omino osservato Leggero
nell’aria più rada
al di là del pensiero pensato.

***

***

*

L’uomo che osserva
l’omino che scrive
pensa sempre
pensieri
pregni

fertili

alte


cicogne



l’omino osservato sta chino su pagine grigie
Giovani smorti gabbiani

***

*

La vita dell’omino osservato triste
opaca asfittica pagina fitta di lettere nere
Vita dell’uomo
che osserva
traspare
leggera
virtù
che
s’invola
leggera
nell’aria
più
rada

***

*

L’omino osservato arranca. Regredisce. Voltandosi indietro l’uomo che osserva
       gli lancia l’occhiata. Salendo leggero la scala dorata per sbaglio gli dà una
       pedata.

***

*

L’uomo che osserva sale leggiadro, si volta per dare un’occhiata. L’omino
  osservato, chino sulla pagina grigia come per resistere alla gravità che da un
  piano inclinato lo scivola verso il passato. L’uomo riprende l’ascesa e la chioma
  perfetta nell’aria più rada gli dà una frustata.





Da Le nuvole di Piranesi


1
Nel movimento è come se aprissi lo stesso libro
come un rumore d’acqua, volavano là le mie speranze
le variazioni delle nuvole. Tanto alto il Cielo!
Il mio cuore però si è quasi fermato, tremula banda
e il giorno non ha ancora aperto le stelle.


3
Certo era l’amore che mi volevi
e che si rivela ora, in pieno azzurro.
Non nasce all’improvviso, lento
le sue palpebre un’immagine qualsiasi
un’ostia dalla mia finestra.


4
Deve essere per i versi
cui hai dato la vita con il tuo calore
di cui sboccia il miracolo
di una sala d’attesa in cui non c’è nessuno.
E per quei semi di luce
per i tuoi anni
ti mando questo cielo, tutto il
cielo di Porto Alegre
dimenticato, profondo.



6
Mentre i tuoi occhi sono – a volte – sul suolo
mi sento perduto per le tele, le statue
lontano da te, dalle stelle alte.
Ma – ora– chiederei a una di loro se
il giorno, deserto che calpesti, di bellezza
viene da lontano e dal tempo.



12
Non avendo ancora cuore
so che il giorno veniale
verrà a un tenue bagliore
per la canzone delle ragazze
spezzato solo dall’incedere
da laceranti dubbi, la tua voce
i miei sensi.



7
Si lavava tutto il mio mondo
cicala, sole, gatto e bene e male
ma nel cristallo degli occhi
i ritmi del settembre
giallo, l’umana contingenza.
E il cielo tanto limpido, là – in alto.
Si lavava tutto, tutto il mio passato.
Ed io sulla faccia della terra
sulla parete, gli alberi.






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Immagine di Flaminia Fiocco.



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