Più che tra poesia sperimentale e poesia regressiva o tra poesia assertiva e non assertiva (non assertiva perché la realtà è non assertiva), la grande distinzione corre tra poesia con pretesa conoscitiva, con una funzione, per così dire, epistemologica, con l’illusione di “svelare” il segreto del reale, la verità del mondo; e poesia che questa pretesa non ce l’ha. Alla prima categoria pertengono, solitamente, le poesie a tema scientifico. La poesia è solo un’attività fra altre attività umane. L’ape produce il miele. Il miele non è la verità del mondo.
1.
In delirio con affanno
In un sogno sigillato
Come dentro a un sepolcro
In cui manchi il fiato
Imprecavo: basta linguaggio
Basta vi prego
Come si esce dal pantano?
Ma più mi agitavo
Più mi invischiavo.
Poi non mi sono svegliato.
2.
Ho paura degli animali
Del latrato del cane
Dell’otaria del bisonte
Del grillo dell’elefante
Del multiforme variare
Del crimine vitale
Del muoversi sfrenato
Delle particelle nell’atomo.
3. I CACCIATORI NELLA NEVE
Ignari i cittadini felici giocano danzano
Scherzano sui pattini sopra il lago ghiacciato.
Le case per un attimo deserte
Soltanto qualche massaia cucina il pranzo
Per i capifamiglia e i figli.
Il campanile svetta sul paese
Poco lontano il campanile
Del vicino paese occhieggia.
La neve copre la campagna e i suoni ne sono
Attutiti. Un uccello in alto gracchia.
I tre intanto a grandi passi incombono
Portano fucili e lunghe lance
Sopra il paese arrivano
Con branchi famelici di cani.
4.
A ridosso di un fiume. Rive erbose ricche di cespugli. Topi, ratti, nutrie.
A ridosso di un fiume. Ammiravo la speciosa operosità dei fotoni, la cadenza della luce.
Le nutrie intente erigevano dighe coi bastoni.
5.
Questo:
La benna dell’escavatore che
Lavorando a scavare sempre più profondamente
Sbatte duramente contro uno strato duro
Di roccia impenetrabile.
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Immagine: Beatrice Zerbato