Rodolfo Zucco | Inediti

Mercoledì 10 luglio alle ore 18.30, al Circolo Arci Lavoro e Sport di Siena, Rodolfo Zucco leggerà poesie tratte dal Bubuluz (edizioni del verri, 2017) e testi inediti, per l’ultimo, non programmato appuntamento del ciclo formavera readings.
Oggi pubblichiamo tre nuove poesie.

*

Leggere ad alta voce Pasternàk

*

Un che di vigile
e di smarrito, come negli attimi dilatati
che precedono il sonno e accompagnano
il risveglio ‒
*                     *trasformano l’ombra
proiettata sul muro da uno stoppino acceso
in abnormi figure negroidi.
*                                                 *Timbri,
crome, quarti: leggere
ad alta voce Pasternàk…

*                                            *I campi
era come se li vedessi nel delirio
della febbre, durante una grave malattia;
il bosco, invece, nello stato di lucidità
dell’uomo guarito ‒
*                                  *e mi pareva
che nel bosco abitasse Dio ‒ sui campi
sogghignasse il beffardo
riso del diavolo.

*

***

*

L’altro giorno

*

Sparvieri fucilati in pieno giorno, volpi
braccate con il gas, tassi uccisi
nelle trappole a colpi di bastone,
cinghiali mitragliati
nel sonno, lepri strangolate, gatti
bersagliati dagli automobilisti
di mezzanotte, rospi,
ranocchi, porcospini
di stradicciole simili a frittate
sanguinanti nel vento fresco…

*                                                         *(L’altro giorno una
grazïosa trentenne molto
educata mi ha chiesto ‒ Lei
cosa ne pensa di Hitler?

*

***

*

Amazenga Washa

*

Lasciata
l’ampia entrata l’umidità
aumenta
e i soffitti si abbassano. Al livello
più basso della galleria di destra
s’incontra un piccolo
lago.

Zigzagando tra rocce, pipistrelli
e insetti, sul terreno ci si imbatte
in pietre annerite da quella che pare
fuliggine ‒ strani massi con fori
apparentemente artificiali e ceste
per il trasporto dei cereali.
*                                               *Appaiono
bossoli e, infine, ossa umane. Le torce
illuminano scheletri e vesti
corrose.

*              *E allora dorme Biancaneve
nella sua teca di purissimo cristallo:
la pelle bianca come la neve e
le guance rosse come il sangue sono
incorniciate dai capelli neri
come l’ebano.
*                       *Così
la volle la sua mamma, prima
che lei nascesse. E ora
la bella ragazza sembra morta ‒
anche se splendido resta il suo aspetto
e incorrotto.

*

Immagine: Matthias Weischer, Fernsehturm (2004)

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