«Non hanno gli uomini più saggi di ogni epoca, ivi compreso lo stesso Salomone, – non hanno forse avuto i loro CAVALLUCCI DI LEGNO […] – e finché qualcuno cavalca pacificamente e tranquillamente sulle strade maestre del Re, e non costringe né voi né me, a salire dietro a lui, – scusate, signore, che cosa c’entriamo voi e io?».
Laurence Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo
«Non hai ancora esorcizzato il demone del dubbio che ti mette in moto come un cavallo a dondolo che non può smettere di dondolare».
John Ashbery, Il sistema
*
Non ti ho mai comprato
un cavallo a dondolo, il gioco staticamente
mobile che oscillando suscita in ognuno
vite che non sono la vita.
Forse la curvatura della fluttuazione
incide sulle leggi dei minuti e ti dona
un’ossessione, la forza che preme
il corpo a due centimetri dal suolo.
Mi sono chiesto perché non ti ho mai regalato
un cavallo a dondolo e la risposta è stata
menzognera: la misura della spesa,
l’esigenza della parsimonia, lo spreco.
Devi affezionarti ai tuoi giochi!
(appari tu, ora, davanti agli occhi
piccolo tenero simulacro –
e mi dai un posto, un ruolo
e già non sono più io che scrivo,
io che volevo diverso il posto,
altro il ruolo: simulacro ti cammino incontro).
Eppure tu conosci le finzioni della rettitudine
quando sposti gli occhi dalla mia verità
accigliata ad una tua vera fantasia,
quella che si libera dai miei vincoli
di legge e fa di me una tua illusione.
Mi sono chiesto perché quest’oggetto
non è fra i tuoi giocattoli,
perché fra le istruzioni per la vita
non c’è una passeggiata a trotto nei boschi.
Ma ti ho vista sulla sabbia del parco
– concentrata, assente, – e un cenno facevi
per dirmi ch’eri altrove. A turno si saliva
e si scendeva, e ad ogni dondolio
più mi convincevo del demone del dubbio.
Ognuno dovrebbe avere il proprio cavalluccio,
sedervi in groppa e non fermarsi.
*
Immagine: Elmgreen & Dragset, Grown Up Rocking Horse (2010)