Da Istmi e chiuse (Marsilio, 1996).
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luce inerme, irredenta luce
che bruci nel mondo inospitale
tra i solchi scellerati e i cancelli
fissati dalla mente criminale…
nell’angolo cieco o nel vuoto delle stanze
tu sei, o nel pianto del luminìo campale…
il faro ipocrita illumina le bande
ma tu esisti, e cerchi i tuoi fratelli
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