Da così tanto tempo
sto con la mano alzata
aspetto il mio turno nella fila
e, Dio, mi faccio bastare così poco
mi raggiro davvero alla grande
ma ora questa farsa la smetto
senza spiegazioni
senza ripensarci a letto
per la millesima volta –
be’ e allora viva l’agitazione
e abbasso quelle teste
con la testa sulle spalle
E tutta quella bile
tutta quella rabbia preziosa
appenderla alla parete della mia stanza
e gli dei dorati
e tutte le risposte facili
e gli anni persi a programmare la caduta
aspettando
che i dadi mi portassero fortuna
che la legge desse appello alla mia causa
stanco ormai
di seguire ordini da un padrone
che vende sogni troppo cari
e indica sempre con la spada
la mia prossima tappa
E, Dio buono,
io mi mordevo la lingua
io me la cavavo nel diniego
e a parte quella corda inaffidabile
non c’era modo di scendere
e mi stancavo troppo ad aspettare
che i dadi mi portassero fortuna
che la legge desse appello alla mia causa
stanco ormai
di seguire ordini da un padrone
che vende sogni troppo cari
e indica sempre con la spada
la mia prossima tappa