Pubblichiamo oggi tre poesie tratte da Atlante di chi non parla, nuova raccolta di Maddalena Lotter appena uscita per la collana ‘i domani’ per Nino Aragno editore. Ringraziamo l’autrice e l’editore per la gentile concessione.
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Il primo giorno sulla terra
anch’io c’ero
ma nei millenni mi sono ritirato
in un tempo trapassato.
Per una vita intima
ho dato ascolto alla risacca e l’acqua
mi ha raccolto, ora come un’onda
scivolano le pinne antiche zampe
e quando sono stanco guardo
il mio corpo colossale
sospeso in un abisso ancor più vasto.
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Scendo a certe profondità del mondo
dove le alghe avvolgono, le pietre diffondono
suoni sottili.
Cosa sanno e quale lingua parlano
mi chiedo quei fischi tra le caverne.
Con riguardo non muovo che la coda,
sono il loro immobile ospite e amico;
se resto per molto, mi fanno vedere i riflessi
schiudendo le perle e più in fondo
come una leggenda avvisto l’arpa del tempo.
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Da giorni migriamo con i piccoli
che si misurano al seguito. Ci sostiene un buon vento.
Suona il corno del nàrvalo, apre per tutti la strada.
In punta alla fronte possente
spumeggia la schiuma e l’acqua si fa tagliare
con facilità, è facile andare, essere chi davvero siamo.
Ci guardano da una nave ferma come per capire.
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Immagine: Rossella Mandalà, Floating Thought