[Durante tutto il mese di agosto pubblicheremo testi di autori che non possono non essere presenti in questo spazio. Le uscite regolari riprenderanno a settembre. Nel frattempo è disponibile e scaricabile qui l’ebook riassuntivo del primo trimestre, con alcune aggiunte.]
da “Teatro naturale”, Mondadori, 1998
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Pseudocavallo
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I
Il nome è isolato e per l’assenza della caratteristica erre non sembra latino.
Secondo l’Ernout-Meillet deriverebbe dal sumerico equus, come il cavallo, la zebra e il quagga.
Qualche autore vi comprende la zebra di Burchell.
II
Paragonato al cavallo è di piccola statura.
Ha la testa robusta, corre in modo meccanico come sui trampoli.
III
Dall’Africa viene portato in Europa.
È citato una volta da Omero nell’undicesimo capitolo dell’Iliade.
«Eccolo sul confine di un campo che resiste ai ragazzi, ostinato, su cui già si sono spezzati molti bastoni.
Eppure è penetrato nel campo ricco di messe, è lui che miete. I giovani lo battono con forza. Puerile violenza, a fatica lo scacciano dopo che è sazio di foraggio.»
IV
Si accontenta degli alimenti più grossolani tenendo soltanto alla limpidezza dell’acqua.
Non occupa mai il centro della strada ma d’abitudine cammina sul margine estremo.
È ritenuto poco intelligente, caparbio e spesso di indole perversa.
La sua voce che ha toni acuti e bassi si risolve in un grido prolungato e spiacevole.
V
Simile in questo al mastino, ha una presa tenace.
L’atto è improvviso, senza ragione apparente.
Ricordo bene il missionario, di ritorno dall’Africa, che ne portava i segni sulla mano a distanza di anni.
Era accaduto durante un viaggio.
«e l’asino?» ho chiesto.
«l’asino è morto» mi ha detto.
Thiis is awesome
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