Matilde Manara, traduzioni da Paul Celan

kiefer

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Spiaggia bretone

Raccolto è ciò che vedemmo,
nel congedo da te e da me:
il mare che ci gettò notti sulla riva,
la sabbia, che con noi le passò in volo,
la brughiera rosso ruggine,
lassù dove ci accadde il mondo.

*

Bretonischer Strand

Versammelt ist, was wir sahen,
zum Abschied von dir und von mir:
das Meer, das uns Nächte an Land warf,
der Sand, der sie mit uns durchflogen,
das rostrote Heidekraut droben,
darin die Welt uns geschah.

(da Von Schwelle zu Schwelle)

*
*
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Matière de Bretagne

Ginestralucenti, gialli, i declivi
suppurano contro il cielo, la spina
corteggia la piaga, dentro
rintocca, è sera, il nulla
stende i suoi mari in preghiera,
la vela di sangue fa rotta verso di te.

Secco, arenato
il letto dietro di te, infestata
di giunchi la sua ora, lassù,
accanto alla stella, rivoli
lattiginosi bisbigliano nel limo, dattero di mare,
sotto, imboscato, si spalanca nel blu, un ciuffo
di caducità, bello,
saluta la tua memoria.

(Mi conoscevate voi,
mani? Andavo
per la via biforcuta che mi indicaste, la mia bocca
sputava il suo pietrisco, andavo, il mio tempo,
cumulo errante, proiettava la sua ombra – mi
conoscevate?)

Mani, di spine
corteggiata la piaga rintocca,
mani, il nulla, i suoi mari,
mani, nella luce di ginestre, la
vela di sangue
fa rotta verso di te.

Tu
tu insegni
tu insegni alle tue mani,
tu insegni alle tue mani tu insegni
tu insegni alle tue mani
dormire.

*

Matière de Bretagne

Ginsterlich, gelb, die Hänge
eitern gen Himmel, der Dorn
wirbt um die Wunde, es läutet
darin, es ist Abend, das Nichts
rollt seine Meere zur Andacht,
das Blutsegel hält auf dich zu.

Trocken, verlandet
das Bett hinter dir, verschilft
seine Stunde, oben,
beim Stern, die milchigen
Priele schwatzen im Schlamm, Steindattel,
unten, gebuscht, klafft ins Gebläu, eine Stunde
Vergänglichkeit, schön,
grüßt dein Gedächtnis.

(Kanntet ihr mich,
Hände? Ich ging
den gegabelten Weg, den ihr wiest, mein Mund
spie seinen Schotter, ich ging, meine Zeit,
wandernde Wächte, warf ihren Schatten – kanntet
ihr mich?)

Hände, die dornumworbene
Wunde, es läutet,
Hände, das Nichts, seine Meere,
Hände, im Ginsterlicht, das
Blutsegel
hält auf dich zu.

Du
du lehrst
du lehrst deine Hände
du lehrst deine Hände du lehrst
du lehrst deine Hände
schlafen.

(da Sprachgitter)

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*
*

COSA CUCE
questa voce? A cosa
cuce questa
voce
il diritto, il rovescio?

Gli abissi sono
promessi al bianco, da loro
è sorto
l’ago di neve,

ingoialo,

fai ordine nel mondo,
questo vale
quanto nove nomi,
detti in ginocchio,

tumuli, tumuli
tu
ti fai collina lontano, vivo,
vieni
nel bacio,

un colpo di pinna,
tenace,
irradia i golfi
tu getti
l’ancora, la tua ombra
ti si sfila di dosso nella macchia,

arrivo,
partenza,

uno scarabeo ti riconosce,
vi incombete,
bachi
vi avvolgono,

il Grande
Bozzolo,
vi accorda il passaggio,

presto,
la foglia annoda la sua vena alla tua,
scintille
devono attraversarvi,
il tempo di un’asfissia

ti spettano un albero, un giorno,
lui decifra il numero,

una parola, con tutto il suo verde,
si ripiega, si trapianta

seguila.

*

WAS NÄHT
an dieser Stimme? Woran
näht diese
Stimme
diesseits, jenseits?

Die Abgründe sind
eingeschworen auf Weiß, ihnen
entstieg
die Schneenadel,

schluck sie,

du ordnest die Welt,
das zählt
soviel wie neun Namen,
auf Knien genannt,

Tumuli, Tumuli,
du
hügelst hinweg, lebendig,
komm
in den Kuß,

ein Flossenschlag,
stet,
lichtet die Buchten,
du gehst
vor Anker, dein Schatten
streift dich ab im Gebüsch,

Ankunft,
Abkunft,

ein Käfer erkennt dich,
ihr steht euch
bevor,
Raupen
spinnen euch ein,

die Große
Kugel
gewährt euch den Durchzug,

bald
knüpft das Blatt seine Ader an deine,
Funken
müssen hindurch,
eine Atemnot lang,

es steht dir ein Baum zu, ein Tag,
er entziffert die Zahl,

ein Wort, mit all seinem Grün,
geht in sich, verpflanzt sich,

folg ihm.

(da Schneepart)

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*
*

TU SEI
SENZA FINE.
E nessuno vince
ciò che non era, da te.
Parole di pace dicono:
tu cadevi
verso l’alto nella
vittoria.
Là sei tu, una pietra che
ha te come ha sé stessa.
Lo so,
che Tu hai dei complici,
so anche:
Tu li indovini
e Tu scegli.
Sempreuguale alla Tua giovinezza
Tu cominci, ugualeodierna.

*

DU BIST
OHNE ENDE.
Und niemand gewinnt,
was er nicht war, von dir her.
Friedliche Worte sagen:
du fielst
hinauf in den
Sieg.
Da stehst du, ein Stein, der
Hat dich, wie er sich hat.
Ich weiß ja,
daß Du Mitwisser hast,
ich weiß auch:
Du überweißt sie
Und Du erwählst.
Gleichewig mit Deiner Jugend
Beginnst Du, gleichheutig.

(da Nachgelassene Gedichte)

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*
*

Nel marzo del nostro anno notturno,
piantai il mio corno verdestellato nella tua tenda:
tu lo accogliesti
nella pozzanghera del congedo.
La tua scarpa, vidi, era allacciata,
il tuo sguardo
volava con la neve sulle cime dei monti,
e giù nella fonte
già ristorava il tuo cuore il vino per il quale non si
spezza il pane.
Sparsa
eri tu tra vette e abissi,-
nella sabbia
io dissotterravo
il pegno scaduto della nostra estate.

*

Im März unsres Nachtjahrs
Stieß ich mein sterngrünes Horn in dein Zelt:
du bettest es
in die Regenmulde des Abschieds.
Dein Schuh, ich sah’s, war gegürtet,
dein Blick
flog mit dem Schnee um die Kuppen der Berge,
und drunten im Brunnen
labte dein Herz schon der Wein, zu dem man kein
Brot bricht.
Verteilt
Warst du auf Höhen und Tiefen, –
Im Sand
Lag ich und grub
Das verfallene Pfand unsres Sommer hervor.

(da Nachgelassene Gedichte)

*
*

Immagine: Anselm Kiefer, Donaueschingen 1945, da Geheimnis der Farne, 1996-2000.

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