Così, a un certo punto – nel gennaio delle piogge

dove le ceneri tendono più a disperdersi

Ci trovammo, camminando

lungo strade piene di vetri di bottiglia e prostituzione.


Crick crock crounch


è il suono di un poema piovoso che avevano annunciato alla tv,

ora si alterna alla pubblicità di un supermercato

in fila allo scaffale tentando una propaganda di vendita

portandoci a scegliere – svoltato l’angolo –

se tra le forme del seppellire è preferibile la cremazione

o la sepoltura.

******Meglio l’inumazione, segno di attesa

*******della riesumazione dei corpi

******ma la Chiesa non proibisce la trasmutazione

*******della carne in fuoco

Mentre si aspetta

Il giorno, l’incontro programmato con L.: la felicità

di lavarci, le gambe nell’acqua acida

o finché un «Salve, professore» – sorridendo

così fesso e inebetito da riordinare ogni mio gesto

con il suo «Ciao» –

Portò le larve a bruciarci dall’interno.

*

Secondo la Chiesa, il mercoledì, caratterizzato da varie forme di penitenza inaugura il cammino

spirituale che precede la Pasqua. Le polveri rituali tradizionalmente, vengono ricavate bruciando rami benedetti l’anno precedente, ma, oggigiorno, si prevede l’uso di rami freschi.

*******Ed io, ero lì, in un lento deprimersi dell’aria. Da lontano

si vedono: quattro piccole sagome risalire il lungo-mare

coperti dall’ombra dei nuovi muraglioni e dall’abile mutare

in mercurio dell’acqua

*******In the shallow tra le case abitate per l’occasione

e lo shalom dei clacson delle macchine che si danno

Appuntamento nella zona P, dove, nel piazzale

davanti a una chiesa ora fiata il golfo:

******Non siamo niente

più che sagome, da quando ho aperto gli occhi: cinque minuti

attraverso la notte

Un deserto che si addensa

nel più conviviale puntinismo. Un puzzle ad incastro

in cui tutto, tutto si mischia a cumuli e nidi

dentro la piazza

******dove io, io, alla fine è solo la nenia del vento

prima del concerto.


*


Ma Tu «Fa il morto!» – mi diceva

la sig.na Macchinetta – «Fai il morto, nella piscina

dismessa nei suoi pochi centimetri di acqua

******a tenuta stagna, vedrai, vedrai che alti muri…

guarda, semplicissimi».


Ma «occhio» – riprendendo – «Non c’è più nei vecchi

il fumo di certe situazioni

Quell’ottima scusa, utile per nascondersi.»

Ed ecco allora che la Vita ne chiama un’altra

Nel passaggio incerto della città-terminale

che corre

«ricorda, ormai non c’è più, niente,

né per te, né per me, la possibilità di uscirne».

************************************************Meanwhile…


***

in fondo, nella camera del ricordo


Crack è uno split-in-versi, ingiustificato forse

come l’uscita razzista di una svastica cresciuta al contrario

E poco male se non BASTA SCRITTE SUI MURI

Come estetica dei numeri in cerca di un compagno


In bagno,

******– ti ricordi? (per esempio) Si sentiva in giro di

Ieri notte di due-tre giorni fa,

che, a detta sua, fosse uscito di casa, giusto per camminare

E basta – che senza meta,

******dopo ventiquattr’ore dalla sua scomparsa,

l’abbiano trovato due carabinieri in mezzo a nulla

in uno di quei posti, a venti o trenta chilometri dalla città.


Poi me lo ricordo, una mattina presto,

quando non c’era nessuno

mi raccontò di aver chiesto a quei due lui stesso, due o tre

minuti di silenzio, prima di tornare

A casa, me lo ricordo, aveva ancora addosso

quello sguardo.


*


«ah.ah.ah.» Scatto della presa rapida:

Ora la Cementery è uno stabilimento all’avanguardia

e per i prodotti innovativi

l’idea di tutti questi spasmi di unghie e di lacrime

******finiranno, bruciando tutti prima dell’estate.


Perché quanto, di quel male non c’è dato saperlo

un mistero sepolto sulla linea dei pensieri teleguidati

dove, ogni mattina dalla scia di uno Stinger al telegiornale:

ci sei tu che compari:

studente suicida.

******morto prima di laurearsi.


“sono adolescenti emersivi… i troppi stimoli…

sono persone che più di ogni altro… hanno bisogno – dal tono

della telecronaca di un giusnaturalista

in vacanza per il diritto alla vita


Ma che sia mio, tuo o suo, sappiamo che questo stinger

esplode prima o poi

E a nulla sarà valso giocare al piccolo piromane

di quell’incendio

******di fatti e nomi sconosciuti

perché anche se non sapremo mai,

nulla oggi non bastano ormai 5 mani e 5 piedi

a ripararci da quel danno.


*


Mentre dal comitato: Quest’anno il presepe si farà

ma niente bue, l’hanno sparato

È stato San Giuseppe, l’hanno trovato, sul ciglio della strada

con la Beretta stretta, ancora in mano.


Così che dietro un’inferriata vecchia

poco distanti da quella terra straniera

Nuove piante possano crescere da dentro le tombe

anche oggi, a largo degli sguardi indiscreti dei palazzi

******appena costruiti – silos monolitici pieni di vita.


Perché? perché

******–      c’è più pace qui che nelle nostre case

********** nelle porte di chi le vive queste giornate

Dove persino da un’incisione:

**********LE DOVIZIE LA POVERTÀ

*********** GLI ONORI L’ABIEZIONI

************* IL SAPERE TUTTO

**************** L’IGNORANZA

***************** QUI RIMANE

*** MUTO AGGUAGLIATO CONFUSO


E per il resto

la sera, luci di città lontane che si toccano e si scontrano

nel passaggio che s’abbuia come fa fuoco di legna umida

che più si perde più lo si ravviva, più di quanto

non sarà mai in grado di rimostrare.

***





Nota biografica: Francesco Ciuffoli è nato a Roma (1999). Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università del Salento dove attualmente frequenta la facoltà di Scienze filosofiche. I suoi studi si concentrano principalmente sul rapporto tra individuo e spazio urbano nel contemporaneo attraverso le letture fornite da Henri Lefebvre e i suoi interpreti. Nel 2023 ha partecipato al convegno «Il “terzo spazio” temi, sviluppi e applicazioni interdisciplinari» tenutosi presso l’Università Aldo Moro di Bari (atti del convegno in fase di pubblicazione). Dal 2024 collabora con il Center of Hermeneutics and Applied Phenomenology, presso Università del Salento occupandosi di Nuova Fenomenologia (Hermann Schmitz, Tonino Griffero) nelle prospettive fornite da autori come Mark Fisher, David Harvey, Anthony Vidler, Felix Guattari e altri autori della French Theory. Presso alcune associazioni del territorio si occupa dell’organizzazione e realizzazione di progetti culturali di ampio respiro (Urban Week – laboratori di arti urbane e performative). In ambito poetico, alcuni suoi testi sono apparsi sulla rivista online “Inverso – Giornale di poesia”. Questi componimenti fanno parte della sua prima raccolta Nel segno delle camere oscure, ancora inedita.





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L’immagine in copertina è di Federico Ambrosini.

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