A cura di Massimiliano Cappello
VERSO P. NOTE DI UN TRADUTTORE (2)
Evocare il «sublime lavoro della poesia» equivale a chiedere per quella di Beck un’interpretazione che oscilla tra una filologia e una filosofia della storia, tra quanto è stato «finora» e ciò che sembra essere «sempre». Significa osservare l’«invarianza», presso gli umani, di questo lavoro di significazione del mondo; e, insieme, esigerne una nuova o differente ‘altezza’. È quanto Beck, in Contre un Boileau, ha espresso tramite l’immagine delle poesie come «verticali di parole» fatte sull’«orizzonte dei gesti veri». Come renderlo possibile in un mondo (leggi: in una concezione del mondo)che sembra aver sottratto al senso di ogni cosa l’orizzonte, cioè il suo margine di significazione: questo è il punto.
Di qui, l’opzione di Beck per una poesia che avesse come centro questo margine e come lavoro questo lavoro. Ossia per un ‘fare’ il cui oggetto fosse anche il mezzo: una poesia, cioè, della poiesis stessa. La Terra, scrisse Marx nella terza sezione del Capitale, si trova a essere, senza contributo dell’essere umano, l’oggetto generale del suo lavoro. Tuttavia, è in potenza anche un mezzo di lavoro, e lo diventa una volta che altri mezzi abbiano reso possibile l’agricoltura. Questo processo è di tipo economico; ma si accompagna sempre a un altro, di tipo simbolico. Il primo, attraverso i gesti, continua a produrre; il secondo cerimonializza i gesti attraverso i quali risulta il prodotto, fino a renderli fattori oggettivi del lavoro vivente. Ciò che Beck si trova a cantare è la storia di quella ‘cosa’ ineffabile che ha portato questa cerimonializzazione a raggiungere, letteralmente, ‘lo stato dell’arte’.
Questo è quanto beck chiama «La P.»: i gesti dei corpi verso il loro scopo (Pré-danse), la scoperta dello spazio-tempo tramite l’udito (Musicole) e quindi la sua trasposizione visuale (Peinturage) e poi mentale (Pagisme); infine, la meta-cognizione di questo processo in una forma (quella del verso) che rinvia a quel «senso vivo» e insieme si consuma nella nostalgia e la solitudine (Boustrophes I e II). Quando un più o meno «vero Omero» inizia il proprio canto, tutto questo è già successo: il μῆνιν ἄειδε dell’Iliade esprime anche quest’ira e questa esortazione a essere. Ciò che si è potuto dire del «canto oggettivo» di Beck non è che nell’accettazione di questa alienazione originaria; e nel tentativo di evocare un’«inversione» di queste «rovine».
Opéradiques è quindi un poema sulla storia dell’operabilità materiale e simbolica del mondo. Ciò che qui si presenta come ‘secondo tempo’ di Introduzione alla Pantera,e che intende fornire il piano del libro secondo un modello proemiale classico, oscilla per questi motivi tra una «storia» e una «metastoria». Con più di un sospetto che anche questa sia, a sua volta, un risultato storico.
«Introduzione alla Pantera»
SECONDA PARTE
A. Il primo Opéradique è Pre-danza
È il movimento delle membra
e del tronco a Caccia e a Raccolta.
La mascella coreografa nei future stock.
Viso tenuto a Vite Pratiche Rampanti.
Ad avanzata Fuori, a derapare, coesionare.
Assieme a mani e gambe dichiarate.
Lei, Pre-danza,
prima breccia officiosa e sotterrata
lancia forme mirate
in ognuna esprimendo o banderuola rettile
gelata e prepara stamperie del giorno d’oggi.
Come sempre, tramite del ghiaccio fuso.
Raccoglitori e cacciatori danzano il Progetto
Di Sopranatura al volgere del nastro.
È il Contorno Accattivante e Pre-danzante
a Sbrogliatori che fa
un campo di figure consegnate.
E le dignità.
Che l’arco musicale, l’Imbroglione,
precede l’Arco della Caccia.
A Demologia.
Prima delle corde sono dei laccetti
tesi per avvolgere e fermare
come trappole
prima di ragionare.
Cerbottana flauta e scudo gonga.
(Flauto cerbottana e gong che si interpone).
Vita Pratica si ritma dentro membra
inquiete. Hanno scalato stili
prima di stilizzare il ruvido.
(Contorno Danza Anticipata si cimenta
o si cementa anche
sotto i droni, falsi calabroni informatissimi
quando la danza cambia in lamentele
sopraffatte).
È la Danza della Botta Bianca in apparenza.
Per sass-sass, bruciamento delle gambe come mazze
Di attenzione ed evoluzione.
O scivolio di lingua in progettualità membrate.
Il canto è scavalcato a terra.
L’articolato nella polvere.
B. Il secondo Opéradique è Musicola
La seconda breccia
del drammatico Balletto Rampicante
e Disbrigato a Vita Praticata,
dipende dal Ritmo
teso agli Spostati orizzontali.
I coltivanti
musica cominciano a incultarsi.
a sibilare il campo inquieto,
a coesionarsi di comunità
nell’attenzione ricavernica
di bestie arcuate.
La musica è l’uscente.
La si è vista da Pre-Danza.
I pedinatori-colpitori hanno pre-musicato.
Hanno allestito la danza
astronomica o copia di traiettorie
di stelle nell’evoluzione di qualcuno
e di qualcuna. Mano Musica?
Interiorità striscia i suoi muscoli
nel governante o in un dettafono
delle arti? No.
Un mondo pilota
la «Nave Interiore»
e i rotolamenti
si rilanciano per sforzi
di misurazione ai limiti di genti
sballottate e uscenti.
C’è un colonnista dei suoni di dentro
riportati sul registratore d’anime
di un pubblico?
C’è soprattutto i documenti del lavoro ripetuto.
d’Alembert dice che l’idea della misura
è presto giunta, non per canto d’uccellini
che non hanno una misura,
ma per chiasso di martelli regolari.
le operazioni hanno dei colpi:
e remi di piroghe, voghe,
macine e mulini,
vanghe, mangiatoie, incudini e mortai,
in colonie penali
hanno musicolato,
braccia, maceri e martelli mobili.
Regolarizzanti e segnalanti.
Da cui vomeri, dei musicanti.
Suoni ribattuti in formule mobilizzanti.
Closson ha posto che il Primo Strumento
non è per nulla uno strumento:
balla di frutta secca scossa a ritmo
o pacco sbalestrato,
è il primo dei non so che cosa.
Dopo l’arrampicata, il documento
per lo schiocco di mulino,
trantran di mestiere di filanda ispirato
a Monotoni Urtanti.
Dunque, mortaio si ricopre in pelle
e in stoffa umida d’indaco
e comincia il gioco articolato.
Lavoro dice il prezzo della musica.
L’apprendista rettile di caccia e di raccolta,
è un instradamento e profezia
di Musicismo Pratico;
la voce già ripete, macchina e misura
i complementi di natura.
Fino a dismisure percepibili.
Le varietà continuano dentro le fattorie
incomplete, tuttavia, Lully-Rameau
continuano il dibattito sull’ancia di ciascuno.
Ma c’è un Lully-Rousseau.
Che l’Opera Bloccata
circola per ogni sbrecciatura
verso un chiarimento;
ogni arte molto e non in gruppo
è ritmo.
Le bestie vinte vedono le stelle
Ribattute e pre-melodizzate.
Sono tentate di danzare veramente.
Amusica è bustrofizzata, pure.
O batteria è solcata.
Lo vedremo.
Peraltro, Musicola assorbe un Teatro Pinto,
striato.
Da cui l’atto cantato nel parlare.
La storia che leggiamo qui
rifà la mano a decisioni glitter.
È un dramma di strumenti
nello spazio.
C. La terza O. è Pitturaggio.
O Plasticaggio a Dimensione Colorata.
Mani negativiche
fanno striature interroganti.
Il terzo opéradique
fa un poema muto.
Filomela sulla terra nera.
La prova interroga dei muri.
E il suo contrario: muri dicono la prova.
La lingua ha resistito.
Le mani che contornano disertano il Museo
del Panico.
Per alcune scene, sembianze legate.
Dopo le mani negative in canto,
tavole riquadrano le scene coltivate.
(Molto è la Contemporanea).
Il Museo tappezza, e delle Cacce
(i Crimini placati di Plaisance),
bollate da un Dürer Mimato soprattutto.
L’ecfrasi è tessuta e disegnata già.
C’è da mostrarlo.
Appendendone il sorriso indefinito ed avvincente,
che attira gli occhi-mosca
come l’assenza della tavola:
Medusa è un quadro solo, faticoso.
Uno schermante scudo.
Plasticità e Forza Stirante è nel terzo
Operadicante,
perifrasata per il meglio e per il peggio.
Da cui gli stiramenti di intenzioni,
di plasticamenti,
di ridisegni spessi,
e di rovine inverse.
Mobili come corpi futuri.
Pitturaggi e scolpimenti ancora danzano
al lavoro fisso.
(E sul palmo delle stelle di Mompou).
Gruppo Zero, lottatore con il fango
e coi sonetti, già lo sa.
D. La quarta O. è Pagismo
Nuovo carattere incosciente e audizionato
qui presentato, Pagismo
rifonde le totalità, i suoi sogni di Opera
bruciati.
È un cocente, come R. G.
Fahrenheit fa salire un canto.
Viene dal Paese Bustrofante,
Operadicante,
che lancia possibilità di pagina.
Se Pagina non è poi un quadro solo.
Del cielo può discomparire
come un libro che si arrotola,
che non ostacola: quadro di legno
non andrà da solo.
L’arrampicatore colpitore antico
che dipinge i propri sforzi
è letterrato: suo paramento in un incartamento.
Il solo tessuto d’acqua dentro le parole
e nelle idee attaccate
fa un ronzio tracciato.
Un dire inquadrato.
E una guerra al nervo ottico.
(Agevola il romanzo su tessuto o tavola?)
Corteccia prefrontale dorsolaterale
(parte di cranio decisionale)
Aiuta numericamente sotto il sole
un passaggio di memoria d’altri tempi
a lenta rimemorazione che riattivi il foglio
del «libro convenzionato».
Ora: il Modello Nielsen, F maiuscola
della bilancia di occhi sotto schermi
dovrà imprimere un sigillo di Bovino Sollevato:
problema. Il dramma si dimentica a misura.
Per annotazioni organica o ad orecchio d’asino
di Newton?
Le depagine fanno sortire da me stesso
Per finire Birkerts
o pubblicare delle Elegies
di Stamperia malgrado tutto?
Ma no: il bilanciamento riproduce ego
drammatici.
Baguette di legno, orecchie flosce,
si piazzano nell’occhio bilanciante.
Se ne va a spasso.
Con impegni affettivi
e dentro rigature ambigue.
Rigature a due tessuti,
lana e lino,
e interdice la scenografia,
possibilmente.
Fondo e figura
sono fusi,
e scioglimento inverso.
Rigatura colma superficie.
Il fogliettato mondato è ritagliato:
ha dei piani.
Il marcato è edificato,
plancia, palizzata,
scala coltivata a Chiusura
o Riapertura.
C’è da scegliere.
Scaffali o strade superficiano
e incrementano Piano Unico
e Paginante.
Per la festa libera?
Non certo.
Vedere = classificare.
Fortuna porta raggi
ricomposti, tracce di fuoco.
e dei fratelli barrati.
Pagismo si permette:
unito, seminato, irraggiato.
Seminato è unito a Densità,
punti, bisanti, stelle solenni.
Tacitato è il seminato irregolare,
Pantera barocca e perlata,
frangente.
Raggiato invece è unito e tacitato,
superficie ritmica e accentuata.
Virgolettato. Che Variato =
sovrapposto e entrante, ma
Diverso = giustapposto
e uscente.
Raggiato = Diverso e Variato.
Fino a dove? Inferno ritmico?
La zebratura minacciante?
Mantello di cattivo leone
arreda (iena, tigre, leopardo…),
ladro come gazza o trota,
ritornante come gatto o drago
leggendati.
Densità indeterminata
in Reversibile.
Zebra è giullare
al passo?
Con scaffali della casa?
Animale bianco a bande nere
(tesi europea)
e Bestia Nera a bande bianche
(tesi africana)
Bevono un inchiostro antipatico.
Buffon dice zebra elegante,
abito a nastri neri e bianchi.
Natura ha usato
«la regola e il compasso»
per la stoffa a pelo corto,
fino e folto. Questa strisceria.
R. G. si zebra e tende
come Picasso.
Ma il Rigato Puro
protegge un interdetto?
Pantera in lui minaccia.
Si smarca nel marcare.
Diffusione, per scaglioni.
Stella è diffusa
su bovini.
Pettine rastrello barrano le vie –
raschiano abissandosi.
Rigature in codice
Sistemano file private,
le nudità filtranti
come gabbia-pigiamino
lascia entrare la notte
invece che la pioggia che comporta.
Il bianco non ci può far nulla.
Sgabbia e maschera potendo
l’opera di testa fosca
e striata.
E. Finalmente innanzitutto, Bustrofe, I e II.
Per cogliere la mano ai Paginanti,
da Zotici Urbani a Pagismo,
Nuvolai quadranti ed officianti il Libro,
c’è da svelare l’Opéradique Bovina
Prima,
che completa i Passi Colti e in Caccia.
I Passi Corsi.
Il coro rettile difficile è stirato.
Il Pre-Toro di cui faccio il libretto,
è dentro l’occhio manovrato.
Questo Opéradique n.º 5, il Brecciante,
è Primo,
Bue Dettante. Rifà la pagina altrimenti
a tutta prima
demusicola e detinge.
Si sviluppa rampicante.
Rimusicando allinea il nastro esatto
ed avanzante,
ventila parole con le cose.
Il mondo avanza dentro geografi dotati.
Che Immortalò Zeami. Che rifiorì.
C’è da discendere la scena nel tracciato
ragionato. Mondo è Bureau Danzato.
Un Detto marca il Gesto:
rianimare l’Impassato.
Caccia e Raccolta han continuato
quando il bove si è schiantato
sulla terra molto, e il desiderio e il dire
questo sforzo dell’articolare.
Lavorare marionette
al sole.
Il nuovo foglio specchia una luce
mimata:
B. Musagète gira in tondo,
giravolte completate.
Da lì viene tutto.
Preparato da Pre-danza.
Da cui: Bustrofe I, buffonate,
e Bustrofe II.
Documentano il Fiore di Cemento.
L’inchiostro pizzicato, melma catturata.
E le Rovine Inverse:
slanci sono agiti, spaesizzanti
scuole un massimo.
Che Sbiancata Musicola è attraversata.
Introduction à la Panthère
A. Le premier Opéradique est Pré-danse.
C’est le mouvement des membres
et du tronc à Chasse et Cueillette.
La mâchoire chorégraphie dans le stock
futur.
Visage tenu à Vie Pratique Rampée.
À Avancée Dehors, pour déramper, cohérer.
Avec mains et jambes déclarées.
Elle, Pré-Danse,
première brèche officieuse, enfouie,
lance les formes visées
en chaque exprimant ou girouette reptile
transi et prépare l’imprimeur d’aujourd’hui.
Comme toujours, à travers des glaces fondues.
Les cueilleurs et chasseurs dansent le Projet
de Surnature au lever du ruban.
C’est le Contour Accrocheur et Pré-Danseur
à Débrouillard qui fait
un champ de silhouettes livrées.
Et les dignités.
Car l’arc musical, le Piégeant,
précède l’Arc de Chasse.
À Démologie.
Avant les cordes, il y a des lacets
tendus pour entourer et serrer
comme les trappes
avant de résonner.
Sarbacane flûte et bouclier gongue.
(Flûte sarbacane et gong s’interpose.)
Vie Pratique se rythme dans des membres
inquiets. Ils ont rampé le style
avant de styler du rude.
(Contour de Danse Anticipée se cimente
ou bétonne aussi
sous les drones, faux bourdons renseignés,
quand la danse est changée en plainte
surmontée.)
C’est la Danse de la Frappe Blanche en apparence.
Par sass-sass, bruissement des jambes comme des battes
d’attention et d’évolution.
Ou glissement de langue dans le projet membré.
Le chant est devancé à terre.
L’articulé dans la poussière.
B. Le deuxième Opéradique est Musicole.
La deuxième brèche
dramatisée dans le Ballet Rampant
et Débrouillé à Vie Pratiquée,
dépend du Rythme
qui tend les Bougés Horizontaux.
Les cultivants
de musique commencent à culter,
à sillonner le champ inquiet,
à cohérer de la communauté
dans l’attention recavernée
de bêtes arquées.
La musique est sortante.
On l’a vue par Pré-danse.
Les piétinants-frappants ont pré-musiqué.
Ils ont préparé la danse
astronomique ou copie des trajectoires
d’étoiles dans l’évolution de quelqu’un
et quelques-uns. Main Musique ?
Intériorité bande ses muscles
dans un gouverneur ou un dictaphone
des arts ? Non.
Un monde pilote
le « Navire Intérieur »
et les roulements
se relancent par les efforts
mesureurs aux limites de gens
ballotés et sortants.
Il y a un bandeur des sons dedans
reportés sur l’enregistreur d’âmes
d’un public ?
Il y a surtout les documents du travail répété.
d’Alembert dit que l’idée de mesure
est tôt venue, non par chant d’oiseaux
qui n’ont pas la mesure,
mais par bruit de marteaux réguliers.
Les tâches ont des frappements ;
et rames de pirogues, avirons,
meules et moulins,
pelles, auges, enclumes et mortiers
aux travaux forcés
ont musicolé,
bras, pilons et marteaux mobilisés.
Régularisants et signalants.
D’où des socs musicants.
Des sons battus en tracements mobilisants.
Closson pose que Premier Instrument
n’est pas un instrument :
botte de fruits secs secouée rythmiquement,
ou paquet sabotté,
c’est le premier n’importe quoi.
Après le rampement, le document
par clappement de moulin,
ronron de métier à filer inspiré
à Monotonie Heurtante.
Donc, mortier se couvre de peau,
et d’étoffe indigo humide
et commence le jeu articulé.
Travail dit le prix de musique.
L’apprenti, reptile chasseur et cueillant,
est un enrouement prophétique
à Musicisme Pratique ;
la voix déjà répète, machine et mesure
les compléments de nature.
Jusqu’aux démesures sensibles.
Les variétés continuent dans les fermés
incomplets, pourtant, et Lully-Rameau
continue le débat du roseau en chacun.
Il y a Lully-Rousseau.
Car l’Opéra Bloqué
circule dans chaque ébréché
vers un éclairement ;
chaque art plusieurs et non groupé
est rythmé.
Les bêtes emportées voient des étoiles
battues et pré-mélodiées.
Elles sont tentées de danser vraiment.
Amusique est aussi boustrophée.
Ou batterie est sillonnante.
On le verra.
D’ailleurs, Musicole absorbe un Théâtre Peint, strié.
D’où l’action chantée dans le parler.
L’histoire qu’on lit ici
refait la main des décisions glosées.
C’est un drame d’instruments
dans l’espace.
C. Le troisième O. est Peinturage.
Ou Plasticage à Dimension Colorée.
Mains négativées
font des stries interrogeantes.
Le troisième opéradique
fait un poème muet.
Il philomèle sur la terre noire.
L’épreuve interroge des parois.
Et l’inverse : des parois disent l’épreuve.
La langue a résisté.
Les mains couturières désertent le Musée
Panique.
Pour des scènes, des sembles liés.
Après les mains négatives chantées,
des tableaux cadrent les scènes cultivées.
(Plusieurs est la Contemporaine.)
Le Musée tapisse, et des Chasses
(les Crimes de Plaisance plaqués),
bullées par un Dürer Mimé notamment.
L’ekphrase est déjà dessinée et tissée.
Avironnée, pilée, et meulée.
Il faut le montrer.
En pendant le sourire indéfini et prenant,
qui attire des yeux-mouches,
comme l’absence de tableau :
Méduse est un cadre seul, foulant.
Un bouclier bloquant.
Plasticité, Force Étirante, est le troisième
Opéradiquant,
périphrasée pour le meilleur et pour le pire.
D’où des étirements d’intentions,
des plastiquements,
des redessins épais,
et des ruines inverses.
Des meubles comme des corps futurs.
Peinturages et Sculptements dansent encore
au travail fixé.
(Et sur le palmier d’étoiles de Mompou.)
Groupe Zéro, lutteur avec boue
et sonnettes le sait.
D. Le quatrième O. est Pagisme.
Nouveau caractère inconscient et auditionné
ici présenté, Pagisme
refond des totalités, des rêves d’Opéra brûlés.
C’est un brûlant, comme R.G.
Fahrenheit fait monter un chant.
Il vient du Pays Boustrophant,
l’Opéradiquant,
qui lance les possibles de page.
Si Page n’est pas un cadre seul.
Du Ciel peut disparaître
comme un livre qu’on roule,
n’empêche : le cadre de bois
n’ira pas seul.
L’ancien rampant frappant
et peignant son effort
est litterré : son bouclier est de papier.
L’unique tissu d’eau dans des mots
et des idées attachées
fait un bourdonnement tracé.
Un dire encadré.
Et une guerre au nerf optique.
(Elle favorise roman contre tissu ou tableau ?)
Cortex préfrontal dorsolatéral
(partie de crâne décisionnaire)
aide numériquement sous le soleil
un passage de mémoire d’antan
à mémoire lente qu’active le papier
de « livre conventionné ».
Or, le Modèle Nielsen, F majuscule
de balayage d’œil sous l’écran
doit imprimer un sillon de Bœuf Soulevé :
problème. Le drame s’oublie à mesure.
Par annotations organiques ou oreille d’âne
de Newton ?
Les dépages font sortir du moi
pour compléter Birkerts
ou publier des Élégies
d’Imprimerie malgré tout ?
Mais non : le balayage refait des ego
dramatiques.
Baguettes de bois, oreilles pendantes
se placent dans l’œil balayeur.
Il se balade.
Avec engagement affectif
dans des rayures ambiguës.
Rayure a deux tissus, laine et lin,
et interdit le décor, possiblement.
Fond et figure
sont fondus,
et fonte renverse.
Rayure comble surface.
Le feuilleté mondé est découpé :
il a des plans.
Le marqué est bâti,
planche, palissade,
échelle cultivée à Clôture
ou Rouverture.
Il faut choisir.
Rayons ou rues surfacent
et augmentent Plan Unique
et Pagisant.
Pour une fête libre ?
Pas sûr.
Voir = classer.
Fortune porte des raies
composées, des traces de feu.
Et des frères barrés.
Pagisme se permet :
uni, semé, rayé.
Semé est uni à Densité,
points, besants, étoiles solennels.
Tacheté est le semé irrégulier,
Panthère baroque et perlée, brisante.
Rayé, c’est uni et tacheté,
surface rythmée et accentuée.
Virgulé. Car Varié =
superposé et rentrant, mais
Divers = juxtaposé
et sortant.
Rayé = Divers et Varié.
Jusqu’où ? Un enfer rythmique ?
Un zèbrement menaçant ?
Pelage de mauvais lion
décore (hyène, tigre, léopard…),
voleur comme pie ou truite,
revenant comme chat ou dragon
légendés.
Densité indéterminée
à Réversibilité.
Zèbre est jongleur
à la page ?
Avec rayon domestique ?
Animal blanc à bandes noires
(thèse européenne)
et Bête Noire à bandes blanches
(thèse africaine)
boivent une encre antipathique.
Buffon dit le zèbre élégant,
robe à rubans noirs et blancs.
Nature a employé
« la règle et le compas »
pour l’étoffe de poil court,
fin et fourni. C’est une Banderie.
R.G. se zèbre et tend
comme Picasso.
Mais le Rayé Pur
protège un interdit ?
Panthère menace en lui.
Elle se démarque en marquant.
Diffusion, étalement.
Étoile est répandue
sur des bœufs.
Peigne et rateau biffent des rues –
ils raclent en abîmant.
Rayures codées
rangent des files privées,
des nudités filtrantes
comme cage-pyjama
laisse entrer la nuit
plutôt que la pluie qui engendre.
Le Blanc n’y peut rien.
Il décage et peut masquer
l’opéra de la tête brumée
et striée.
E. Enfin d’abord, Boustrophes, I et II.
Pour saisir la main des Pagisants,
des Paysans Urbains à Pagisme,
Nuagistes cadrants et officiants de Livre,
il faut dévoiler l’Opéradique Bovin
Premier,
qui complète les Pas Cueillis et Chassés.
Les Pas Courus.
Le chœur des reptiles difficiles est planché.
Le Pré-Taureau dont je fais le livret,
il est dans l’œil manœuvré.
Cet Opéradique Cinquième, ce Brèchant,
est Premier,
Bœuf Dictant. Il refait la page autrement
d’emblée
démusicole et dépeint.
Il développe rampement.
Remusicant, il ligne le ruban exact
et avançant,
aère les mots par les choses.
Le monde avance dans le géographe membré.
Qui refleurit.
Il fait descendre la scène dans le tracé
raisonné. Monde est Bureau Dansé.
Un Dit marque le Geste :
il ranime l’Impassé.
Chasse et Cueillette ont continué
quand le bœuf a frappé
la terre plusieurs, et le désir de dire
l’effort d’articuler.
De travailler marionnette
au soleil.
Le papier nouveau reflète une lumière
mimée :
B. Musagète fait des ronds,
des tournures complétées.
Tout vient de là.
Pré-danse l’a préparé.
D’où : Boustrophes I, buffonnées,
et Boustrophes II.
Elles documentent la Fleur de Béton.
L’encre pincée, la boue attrapée.
Et les Ruines Inversées :
les élans sont actés, dépaysant
l’école un maximum.
Car Musicole Blanchie est sillonnée.
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Per scaricare il PDF clicca qui: Philippe Beck – Introduzione alla pantera (parte 2)
L’immagine di copertina è di Federico Ambrosini





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