Pubblichiamo una selezione di poesie tratte da Franco Costantini, L’isola scura, con prefazione di Umberto Piersanti, uscito per Vydia Edizioni (2023)
*
In Tessaglia come in Scozia
da tempo immemorabile le streghe
minacciano i re ed il sole.
Quali siano queste minacce
le fonti non lo dicono, probabilmente
quelle solite,
morte, rovina, sterilità.
Finché teniamo i piedi a terra
non c’è scampo; una capra è una capra
ma a volte a mezzogiorno
è una chimera.
Le rocce sono finestre da cui non filtra luce
e il nostro passo esita d’inverno
al minimo fruscio.
Chi non conosce il pettirosso
non ne comprende il coraggio;
incompreso,
è solo un araldo tra i ninnoli di una signora,
il rosso una macchia
di sbadatezza.
*
L’asino bianco
Ho rivisto il vecchio
che scende dal sentiero sull’asino bianco
la sigaretta tra i denti
e la barba scura.
Ci salutiamo,
non è cortesia ma riconoscersi.
Ha la faccia di Peleo
e un figlio lontano,
dopo il mare,
smemorato a volte ma simile a lui.
L’asino è dolce e fedele
e custodisce i loro giorni
in un’anfora dorata
ma non tiene il conto,
li inanella alla rinfusa
come in un amore ancora verde.
L’inverno triste corteggia monti
e gole, costeggia l’isola e ci guarda
come una murena.
Tra il vecchio e l’asino
un filo di perline colorate, parole
chiare, che il sole smalta
da capo ogni giorno.
Le domeniche ci assediano.
*
Perseo
Visse felice a Serifo
i suoi primi anni,
e pagò cara
una spacconata,
prima che inacidisse l’uva.
Accumulò molti oggetti straordinari,
affermò la potenza del sole e
di chi domina,
lavorò, come tutti,
per compiere i destini di altri.
L’arco della sua vita
fu il punto cieco di una
rivoluzione,
l’incomprensione del ciclo.
Per dormire
nelle angosciose notti,
gli bastava trovare un angolo buio,
avvicinare all’orecchio
una conchiglia.
*
Palinodia
Non è vera questa parola
non sei salita sulle navi dalle belle chiglie,
non sei mai giunta alla rocca di Troia;
un’immagine tua lo ha fatto,
placida come sogno, ermetico
amuleto, e non mangiava mai
e non parlava ed ondulava d’oro
tenue e di barbaglio.
L’ho vista ancora ieri
smarrita sulla spiaggia
contemplarsi il braccio.
Ma è dunque per una nube
che abbiamo sofferto tanto?
*
Falò
«Ogni volta che qualcuno fa il bagno di notte,
penso all’inizio de Lo squalo.»
Ma Silini invece è ritornata, nuda e incolume,
dall’acqua.
Si è stesa accanto alle braci, i grandi seni come eclissi
e il cranio liscio, poi con un’applicazione
ci ha mostrato lo Scorpione, la Vergine, il Leone
e Vega, Antares e Arturo
come una pizia calva, splendida.
Entro le mura di questa casa in affitto
non hanno diritto spettri né novità.
Segna il tempo come un monaco
il richiamo del deumidificatore
quando la cassetta dell’acqua
va svuotata.
Mio padre mi insegnò a catturare mosche
a mani nude; di tutte le lezioni
la più cara, la più indimenticabile.
La sera è troppo facile,
là dove si posano cadono sopite.
Persino il gatto, che è bon joueur,
le lascia in pace.
Sulla tovaglia gialla
con il loro respiro impercepito
sembrano velivoli atterrati
di fortuna
nel deserto.
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L’immagine, Unbenannt, è di Luca Nania.





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